La prima guerra mondiale fu un conflitto mondiale che coinvolse le principali potenze mondiali e molte di quelle minori tra il luglio del 1914 e il novembre del 1918. Chiamata inizialmente dai contemporanei "guerra europea", con il coinvolgimento successivo delle colonie dell'Impero britannico e di altri paesi extraeuropei tra cui gli Stati Uniti d'America e l'Impero giapponese prese il nome di guerra mondiale o anche Grande Guerra: fu infatti il più grande conflitto armato mai combattuto fino alla successiva seconda guerra mondiale. ... https://www.youtube.com/watch?v=2mnhKHO446Y
Nella Divina Commedia ripetuti e importanti sono i riferimenti ai numeri, che rispondono a una duplice funzione: strutturale e simbolica.
La funzione strutturale del numero emerge sia nelle partizioni interne del poema (metrica, canti), sia nella cosmologia. Dante utilizza nella sua opera terzine incatenate di endecasillabi. Inoltre, il poema consta di cento canti distribuiti in tre cantiche (Inferno, Purgatorio, Paradiso), ognuna delle quali è costituita a sua volta da trentatré canti, più un canto di introduzione (il canto I dell’Inferno) all’intero testo. Ogni regno dell’aldilà è formato da un numero determinato di cerchi e gironi: l’Inferno è caratterizzato da nove cerchi (con ulteriori suddivisioni interne per i cerchi VII, VIII e IX), il Purgatorio da sette cornici (per un totale di nove zone se si considerano l’Antipurgatorio e il Paradiso Terrestre) e il Paradiso da nove cieli mobili, racchiusi in un decimo cielo, immateriale e immobile, denominato Empireo. Questi numeri non sono casuali: essi rispondono a una trama simbolica che risultava visibile al lettore medievale.
La funzione simbolica del numero è fondamentale per dare significato a questi dati, che non sono puro gioco aritmetico. I numeri che maggiormente si ripetono nel poema sono l’uno, il dieci, il tre, il nove e il sette.
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La caccia selvaggia o schiera furiosa è un tema mitologico e folcloristico originario dell'Europa settentrionale, centrale e occidentale. La struttura narrativa di tutte le versioni del mito si fonda su questa premessa: un corteo notturno di esseri sovrannaturali attraversa il cielo (o il terreno), mentre è intento in una furiosa battuta di caccia, con tanto di cavalli, segugi e battitori al seguito.
Fra i protagonisti della battuta di caccia nelle varie culture si possono citare Odino e sua figlia Hell, poi resa personaggio maschile nel secondo medioevo ( il Sire Hellequin, Scandinavia), re Artù (Britannia), Carlo Magno (Francia), Nuada (Irlanda), Arawn (Galles), re Waldemar (Danimarca), l'exercito antiguo (Spagna), e Wotan con il suo wilde Jagd ("caccia selvaggia") in Germania. Si possono raggruppare le varianti secondo quattro classi, a seconda che il corteo soprannaturale sia composto da: soli animali (la maggioranza dei casi); anime dannate; esseri mostruosi o dalle origini comunque ultraterrene; un corteo guidato da un capogruppo, in genere legato alle forze ctonie.
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Nella serie di Twilight il termine licantropo è utilizzato impropriamente per indicare un mutaforma, ossia un essere umano in grado di assumere a volontà le sembianze di un lupo; questi cosiddetti licantropi sono per questo diversi dalla figura del licantropo propria dell'immaginario collettivo.
Jacob Black, uno dei protagonisti della saga, scopre di essere un licantropo nel corso del secondo libro; nel quarto libro sarà Edward Cullen a spiegare come i licantropi di La Push siano in realtà mutaforma, e a confermare l'esistenza dei licantropi veri e propri (chiamati Figli della Luna).
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Questo periodo è caratterizzato dalle invasioni straniere in Italia Carlo VIII di Francia apre le invasioni in Italia nel 1494 con l'obiettivo di conquistare il Regno di Napoli, ma il suo tentativo fallisce. Successivamente Carlo VIII muore ed è succeduto da Luigi VII Luigi VII, nuovo re di Francia, ritenta l'impresa di estendere il dominio francese in Italia e, nel 1499, conquista il Ducato di Milano. Anche la Spagna vuole conquistare l'Italia (in particolare è contesa soprattutto la zona meridionale) e si accende la guerra tra la Spagna e la Francia. Gli spagnoli riescono a conquistare il Regno di Napoli e ila parte settentrionale è conquistata dai francesi. (“Ettore Fieramosca” è un libro, scritto da Massimo D'Azeglio, che si ispira all'episodio della disfida di Barletta). PRIMA META' `500 L'Italia è ancora contesa tra le due potenze che cercano il predominio sull'Europa. Nel frattempo la Repubblica oligarchica di Venezia mostra una tendenza espansionistica sulla terraferma creando ostilità con i ducati vicini (come, per esempio, Milano). Il papa, Giulio II, e altri sovrani creano una unione anti veneziana guidata dal papa: la Lega di Cambrai. Venezia viene quindi sconfitta e deve rinunciare alle sue pretese egemoniche. (Il gioco delle alleanze si capovolge continuamente) e nel 1508 Giulio II stinge una alleanza tra la Repubblica di Venezia, la Spagna e la Svizzera, come lega antifrancese. Quindi i francesi vengono scacciati dal milanese. Nel 1515 Francesco I re di Francia vuole riconquistare il Ducato di Milano e riesce a raggiungere il suo obiettivo.
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I promessi sposi è un celebre romanzo storico di Alessandro Manzoni, ritenuto il più famoso e il più letto tra quelli scritti in lingua italiana. Preceduto dal Fermo e Lucia, spesso considerato romanzo a sé, fu pubblicato in una prima versione tra il 1825 e il 1827 (detta "ventisettana"); rivisto in seguito dallo stesso autore, soprattutto nel linguaggio, fu ripubblicato nella versione definitiva tra il 1840 e il 1842 (detta "quarantana").
Ambientato tra 1628 e il 1630 in Lombardia, durante il dominio spagnolo, fu il primo esempio di romanzo storico della letteratura italiana. Il romanzo si basa su una rigorosa ricerca storica e gli episodi del XVII secolo, come ad esempio le vicende della monaca di Monza (Marianna de Leyva y Marino) e la Grande Peste del 1629–1631, si fondano su documenti d'archivio e cronache dell'epoca. Il romanzo di Manzoni viene considerato non solo una pietra miliare della letteratura italiana - in quanto è il primo romanzo moderno di questa tradizione letteraria - ma anche un passaggio fondamentale nella nascita stessa della lingua italiana.
I promessi sposi, inoltre, è considerata l'opera più rappresentativa del romanticismo italiano e una delle massime della letteratura italiana per la profondità dei temi (si pensi alla filosofia della storia in cui, cristianamente, opera l'insondabile Grazia divina nella Provvidenza). Inoltre, per la prima volta in un romanzo di tale successo, i protagonisti sono gli umili e non i ricchi e i potenti della storia. Il romanzo, infine, per la sua popolarità presso il grande pubblico e per il vivace oggetto d'interesse da parte della critica letteraria tra XIX e XX secolo, è stato rielaborato in forme artistiche che vanno dalla rappresentazione teatrale al cinema, dall'opera lirica alla fumettistica.
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La Costituzione della Repubblica Italiana è la legge fondamentale dello Stato italiano, e si posiziona al vertice della gerarchia delle fonti nell'ordinamento giuridico della Repubblica. Considerata una costituzione scritta, rigida, lunga, votata, compromissoria, laica, democratica e tendenzialmente programmatica, è formata da 139 articoli e da 18 disposizioni transitorie e finali.
Approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947 e promulgata dal capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre seguente, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 298, edizione straordinaria, dello stesso giorno, ed entrata in vigore il 1º gennaio 1948, ne esistono quattro originali: uno presso l'archivio storico della Presidenza della Repubblica Italiana, uno presso l'archivio storico della Camera dei deputati, uno presso l'Archivio Centrale dello Stato e uno presso la biblioteca del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell'Università del Salento.
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Il drago è una creatura mitico-leggendaria dai tratti solitamente serpentini o comunque affini ai rettili, ed è presente nell'immaginario collettivo di tutte le culture, in quelle occidentali come essere malefico portatore di morte e distruzione, in quella orientale come creatura portatrice di fortuna e bontà.
Il termine deriva dal latino draco (nominativo), draconis (genitivo), a sua volta proveniente dal greco δράκων (drakon), con l'omologo significato di serpente. L'etimologia del termine è stata spesso discussa: connesso col verbo δέρκεσθαι (dèrkesthai) "guardare", "che guarda lontano", probabilmente in connessione ai poteri legati allo sguardo di queste bestie o alla loro presunta vista acutissima. Nel sanscrito e nell'indiano antico: dragh-ayami, allungare.
Fra gli animali realmente esistenti, a volte vengono chiamati "draghi" alcuni sauri, come il varano di Komodo (o drago di Komodo, Varanus komodoensis), il drago barbuto (Pogona vitticeps), il drago d'acqua (Physignathus cocincinus), il drago volante (Draco), e il drago marino comune.
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The raven, il corvo, è il titolo di una poesia di Edgar Allan Poe, frutto di un’attenta analisi in cui nulla è affidato al caso o all’intuizione, dalla lunghezza del componimento (un centinaio di versi) all’obbiettivo, la decantazione della Bellezza, intesa come elevazione dell’anima.La Bellezza, in tutte le sue manifestazioni, «suscita nelle anime più sensibili il pianto», e per questo si esplica mediante l’uso di toni malinconici e con un particolare espediente artistico che cattura l’attenzione del lettore: il refrain, un ritornello che ne Il corvo non segue le regole tradizionali di identità di pensiero e suono della poesia lirica. Piuttosto, si individua una sonorità in grado di creare effetti diversi in relazione al testo che la precede.
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Il corvo è una poesia scritta da Edgar Allan Poe nel 1845, la principale pubblicata nella raccolta Il corvo e altre poesie del 1845.
Fu pubblicata per la prima volta il 29 gennaio 1845, sul giornale New York Evening Mirror. Famoso per la sua musicalità e l'atmosfera sovrannaturale, narra la cupa vicenda di un amante ancora in pena per la sua amata morta, che, mentre medita su un grande volume, a mezzanotte "con grande strepitio d'ali" riceve la visita di un corvo che non farà altro che ripetere monotonamente "Nevermore" (Mai più), tracciando, verso le ultime strofe, l'apice del dolore nell'amante.
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