Dipende dalla tipologia di appunti e da dove mi trovo. Se sto fuori studio uso Google Keep. Ho il widget a schermo e quindi basta che premo il tastino del microfono e parte la trascrizione vocale di quello che dico. E si sincronizza istantaneamente sul PC. Se si tratta di un riferimento o di un sito, lo scrivo a mano su Google Keep. Quando sono in ufficio da alcuni anni uso un grande block-notes. Lo preferisco, perché sfogliarlo ha per me più impatto mnemonico. Quando invece sono dal cliente ho la mia modulistica. Se può interessare la propongo ad un prezzo simbolico sul mio e-commerce:
Sì, se non sono state previsti degli adeguati sistemi di aerazione.
Il cappotto termico migliora l'isolamento termico di un edificio, riducendo la dispersione di calore, ma se non vengono prese precauzioni per l'aerazione, può contribuire alla formazione di muffa all'interno dell'edificio. Questo perché crea una barriera contro la dispersione di umidità verso l'esterno e questo può causare accumulo di umidità all'interno. Se il cappotto esiste già si può solo intervenire con soluzioni di ripiego, come ad esempio un impianto di ventilazione meccanica controllata con recuperatori di calore. In questo caso bisogna scegliere tra una installazione puntuale oppure un impianto centralizzato.
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https://www.youtube.com/watch?v=RRKpWNEYnRg
In generale, è possibile calcolare la Carbon Footprint per qualsiasi organizzazione. Nel caso di un'impresa le emissioni di gas serra possono essere dirette o indirette. Quelle dirette sono le emissioni provenienti dalle attività proprie dell'azienda; quelle indirette sono le emissioni provenienti da attività esterne ma comunque collegate all'attività svolte dall'impresa.
Per il calcolo dell'impronta di carbonio di una organizzazione, anche detta CFO, si possono utilizzare due diversi standard internazionali: il GHG Protocol e le norme tecniche della serie ISO 14060. In ogni caso si tratta di norme volontarie.
Le aziende e le organizzazioni non sono tenute a calcolare l'impronta di carbonio delle proprie attività, si tratta piuttosto di una scelta che sempre più aziende fanno in un'ottica di riduzione degli impatti ambientali e per certificare la propria eco-sostenibilità, differenziandosi in questo modo dai competitor sul mercato e accedere più facilmente a programmi e incentivi pubblici di varia natura.
Entrambi gli standard GHG Protocol e ISO 14060 prevedono che le aziende quantifichino le emissioni dirette e quelle indirette dovute all'approvvigionamento di energia elettrica e termica.
La contabilizzazione di tutti gli altri tipi di emissione, non legate ai consumi elettrici e termici, è lasciata alla volontà dell'organizzazione.
Gli standard e le linee guida del protocollo GHG sono un sistema nato per consentire alle aziende di misurare, gestire e segnalare le emissioni di gas serra dalle loro operazioni e catene del valore.
Tale protocollo è stato creato dal World Resource Institute (WRI) e dal World Business Council for Sustainable Development (WBCSD).
Nel calcolo va definito l'ambito della misurazione delle emissioni e va deciso se considerare:
a) solo le emissioni dirette dell'azienda (Scopo 1);
b) anche quelle derivanti dal consumo di energia elettrica e termica (Scopo 2);
c) infine anche quelle indirette, ossia lungo la catena di approvvigionamento dell'azienda e tutto ciò che avviene a valle di essa (Scopo 3);
In realtà per calcolare adeguatamente la CFO è necessario considerare almeno le prime due, limitandosi alle emissioni dovute ai consumi di energia elettrica e termica.
Invece, la norma ISO 14064-1 definisce i principi e i requisiti per la progettazione, lo sviluppo, la gestione e la rendicontazione degli inventari di gas serra a livello di organizzazione aziendale.
La ISO 14064-2 invece è relativa ai progetti, mentre la 14060-3 è relativa alla verifica e validazione delle dichiarazioni rese su organizzazioni, progetti e impronte di carbonio dei prodotti.
Le ISO 14065 e 14066 sono invece relative ai requisiti e le competenze che devono avere gli organismi accreditati per la verifica e la validazione delle dichiarazioni di cui alla ISO 14064-3.
Infine molto importante è la ISO 14067 perché è quella che definisce i principi, i requisiti e le linee guida per la quantificazione dell’impronta carbonica dei prodotti.
Concludendo, occorre, in sintesi, applicare o il protocollo GHG o le ISO 14060
Le imprese che decidono di calcolare la Carbon Footprint della propria organizzazione o dei propri prodotti traggono diversi benefici:
- hanno accesso ad agevolazioni fiscali a livello nazionale e internazionale;
- usufruiscono di un probabile risparmio economico conseguente all'efficientamento energetico e delle risorse, conseguente alla valutazione;
- usufruiscono di una crescita dell'interesse dei consumatori verso il proprio business, in ragione della crescente attenzione dei consumatori verso la sostenibilità ambientale.
Per ulteriori informazioni, visita il nostro sito web.
Si ringrazia il Dott. Luigi Rescigno per il supporto scientifico.
Sommario
0:00:00 - Introduzione alla Carbon Footprint
0:00:49 - Calcolare la Carbon Footprint di una azienda
0:04:02 - Conclusioni
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C'è una leggera differenza.
In generale, la pittura è un termine più ampio. E' usata per decorare e ad esempio può essere ad olio o acrilica. Invece la vernice è una sostanza utilizzata per proteggere le superfici, ma non viene utilizzata per creare immagini o disegni, sebbene possa avere anche una funzione secondaria di decorazione. Quindi in generale la vernice ha la funzione principale di essere più resistente della pittura all'usura e alla corrosione.
Se hai domande scrivile nei commenti e seguimi per saperne di più.
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https://www.youtube.com/watch?v=1xJVgT6bHiQ
Sono entrambi preparati farmaceutici, ma c'è differenza. Pomata deriva da pomo, cioè da mela, perché anticamente si usava aggiungere polpa di mela nella preparazione. Le pomate, a differenza delle creme, sono a base grassa, hanno una maggiore consistenza, sono molli e vengono assorbite lentamente. Crema deriva dal greco "chrisma", che significa unguento profumato. Le creme invece sono a base acquosa e quindi vengono assorbite facilmente; ed eventualmente facilitano anche la fuoriuscita dell'essudato dalle ferite. Quindi si tratta di formulazioni simili ma con caratteristiche diverse di assorbimento e di persistenza.
#shorts
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Dato che mancherebbero poche ore alla distruzione della Terra, penso che l'unico evento che possa determinarlo, in un lasso di tempo così veloce, sia un lampo gamma, in inglese "gamma ray burst". Nello specifico semplicemente si incenerisce la vita sulla terra, per cui poi non ci sarebbe nessun osservatore che possa vedere l'alba. Quindi volendo rispondere: dato che ne avviene 1 ogni 500 milioni di anni, affinché avvenga stasera è una probabilità di 1 su 200 miliardi. Per la cronaca l'ultimo lampo gamma sulla terra è avvenuto 450 milioni di anni fa e si estinsero l'85% delle specie. Però nel caso della domanda, per una estinzione totale, dovrebbe provenire da una distanza inferiore ad un centinaio di anni luce.
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No, non è possibile. Premetto che ho lavorato per diversi anni, come controllo qualità e ricerca e sviluppo, sia in fabbriche che producevano alimenti e sia in fabbriche che producevano imballi alimentari. La quasi totalità degli imballi alimentari è realizzata con un doppio film plastico con la stampa grafica e la colla tra i due strati. Cioè film + inchiostro + colla + film. Quindi l'inchiostro è sigillato all'interno e non è possibile che esca. Però, per precisione, accenno velocemente che esiste una remota ipotesi di possibile doppia controstampa. Cioè la bobina stampata, avvolta su se stessa può potenzialmente trasferire una piccolissima quantità di inchiostro sul lato esterno, che successivamente una volta unita al lato interno, per controstampa la trasferisce a quest'ultimo. In sintesi è quello che successe qualche anno fa in un noto scandalo.
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Capire come funziona il fotovoltaico può aiutare a coglierne le opportunità e nel contempo a rischiare in modo consapevole.
Un impianto fotovoltaico sfrutta l'energia del sole per produrre corrente elettrica. Gli impianti fotovoltaici si possono dividere in due famiglie: impianti ad isola e impianti connessi alla rete. Quelli ad isola sono principalmente utilizzati nelle baite di montagna e sono a se stanti. Tutti gli altri, invece, sono connessi alla rete elettrica nazionale attraverso un contatore di produzione.
Esistono vari meccanismi di incentivo; l'energia prodotta in eccesso rispetto ai propri consumi verrà valorizzata al prezzo di mercato di circa 0,1 €/kWh. Mentre l'energia consumata quando c'è il sole, per quanto riguarda la quota prodotta dall'impianto, viene autoconsumata e quindi non si paga al gestore dell'energia, perché si produce e consuma sul posto.
Per quel che riguarda l'installazione, in caso di impianti posti su terreno o tetto piano, solitamente i pannelli vengono distribuiti su più file, distanziati in modo regolare ed inclinati verso il sole. L'inclinazione dipende dalla latitudine, in Campania ad esempio l'ottimo si raggiunge a 30° di inclinazione.
Per quanto riguarda l'installazione di una batteria di accumulo, abbiamo realizzato diversi impianti e posso dire che è una ottima soluzione solo per determinate tipologie di utente. Questo perché periodicamente le batterie vanno sostituite e quindi prima di decidere è necessario fare un effettivo bilancio costi / benefici, tenendo conto anche del costo di sostituzione delle batterie.
Oltre al risparmio sulla bolletta per autoconsumo e all'eventuale vendita di energia, nell'installazione di impianti fotovoltaici ci sono anche risvolti vantaggiosi meno espliciti, come ad esempio:
- si può usufruire di ulteriori vantaggi economici in caso di contestuale sostituzione di coperture in Amianto;
- il proprio immobile aumenta di valore e comunque l'impianto rappresenta un elemento che valorizza l'immobile;
- può essere utile in abbinamento ad una colonnina elettrica di ricarica, in modo da ricaricare l'auto a costo zero;
- infine, non ultimo per importanza, si riducono le emissioni di gas serra.
Accanto a tutti questi aspetti positivi, per equilibrio occorre però mettere in luce anche i possibili rischi:
- bisogna tenere a mente che i pannelli possono essere danneggiati dai fulmini, dalla grandine o in qualche caso dall'infiltrazione di acqua all'interno.
- oppure la presenza di polvere o foglie può far diminuire la produzione anche del 10%.
Per affrontare e superare questi rischi è conveniente far verificare ad un tecnico periodicamente la produttività dell'impianto, sia in termini di produzione totale e sia sulla presenza di guasti che possono portare a un rottura dei componenti.
In questi termini l'A2C, effettua da oltre 10 anni la verifica di produttività degli impianti, anche per piccoli impianti residenziali.
Sommario
0:00:00 - Introduzione agli impianti fotovoltaici
0:00:58 - Come funziona un impianto fotovoltaico
0:03:37 - Opportunità del fotovoltaico
0:04:15 - Rischi del fotovoltaico
0:04:46 - Conclusioni
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#Fotovoltaico #conoscere
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https://www.youtube.com/watch?v=wTO82jRbses
Nicola ci chiede: Perché lo sporco non aderisce alle cicatrici?
La sporcizia si attacca prevalentemente al sudore o alla peluria. Dove non c'è sudore lo sporco non viene trattenuto in modo duraturo. Il tessuto di una cicatrice, invece, non è come il tessuto normale della pelle, cioè non si rigenera con le ghiandole sudoripare. Di conseguenza, la sporcizia non gli aderisce sopra.
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https://www.youtube.com/watch?v=NVn19U-_QiY
Può avere proprietà disinfettanti in relazione alla sua alta concentrazione di sali, ma è molto sopravvalutata.
La sua capacità battericida è limitata. E mentre il sale può disidratare i batteri e ridurre la loro capacità di riprodursi, in generale l'acqua del mare può essere veicolo di batteri, virus e altri organismi patogeni che possono causare infezioni. Inoltre, l'acqua del mare può essere contaminata da sostanze inquinanti, come l'olio, i metalli pesanti o altri inquinanti ambientali chimici. Per questo motivo, va usato solo per emergenza per la disinfezione di ferite. Meglio usare l'acqua pulita con disinfettanti appositi.
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