La formaldeide, o anche detta aldeide formica o formalina, è impiegata come colla nei pannelli in legno truciolato; e negli anni tende a volatilizzarsi nell’ambiente circostante. Solitamente si trova soprattutto nei mobili di scarsa qualità dove, in senso metaforico, c'è più colla che legno. Sempre come collante viene usato anche nella costruzione delle autovetture e nel campo dei tessuti. Già nel 2004 la formaldeide è stata indicata dallo IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) come cancerogeno certo. L’OMS ha fissato un valore limite di 0,1 mg/m3 in media su 30 minuti. A concentrazioni superiori a 50 ppm, oltre a essere irritante per gli occhi, può essere letale e può portare a seri danni ai polmoni; ppm sta per parti per milione, cioè in questo caso 50 ppm significa che se prendiamo 1 milione di molecole a caso, 50 sono di formaldeide. In condizioni standard 50 ppm equivale ad una concentrazione di circa 62 mg/m3. I prodotti che la possono rilasciare sono ampiamente utilizzati in diversi settori produttivi come l'industria chimica e di trasformazione delle materie plastiche, solventi e vernici, mobili e pannelli in legno truciolato, collanti, cosmetici, industria tessile, settore sanitario alimentare. Il quadro normativo è complesso. A livello nazionale se facciamo riferimento al limite di formaldeide in aria riportato nella Circolare del Ministero della Salute n. 57 del 1983 allora abbiamo un limite di esposizione di 0,1 ppm negli ambienti di vita e di soggiorno. Cioè 0,12 mg/m3. Secondo la guida del MSAL (Ministero della Salute), le maggiori concentrazioni di formaldeide si possono osservare soprattutto nelle case prefabbricate, dopo interventi edili, oppure in locali dove si è di recente installato il parquet o la moquette; infine, in occasione dell'acquisto di nuovi mobili. Il Decreto 10 ottobre 2008 che regolamenta l'emissione di formaldeide dai pannelli di legno. Per cui per i mobili costruiti in Italia il rischio dovrebbe essere limitato. La formaldeide è uno dei fattori nocivi che in inglese definiscono la "Sick Building Syndrome", ovvero la Sindrome dell'Edificio Malato, che è un quadro sintomatologico in cui un insieme eterogeneo di persone avverte dei forti disturbi strettamente connessi all'abitare in un determinato edificio. Questa sensazione di malessere può essere anche dovuta alla formaldeide. Quindi cosa fare? Innanzitutto occorre far misurare ad un tecnico la formaldeide, in modo da identificarne in maniera certa la presenza. Poi eliminare o limitare, dove possibile, l’impiego di tappezzerie, moquette e mobili in truciolato Aumentare la ventilazione, o in modo naturale oppure installando degli appositi sistemi automatici di ricambio aria. In azienda, invece, è consigliabile approfondire con delle misurazioni e aggiornare il documento di valutazione dei rischi. In particolare è prevista nel D.Lgs 81/08, Titolo IX, Capo II. Di solito la misura si effettua con degli analizzatori portatili ed il riscontro è immediato. L'A2C da alcuni anni effettua misurazioni di formaldeide in provincia di Salerno e Avellino, sia in abitazioni e sia in aziende; e l'A2C è in generale attiva sulla tutela delle persone dalle minacce invisibili, come in questo caso. Sommario 0:00:00 - Introduzione 0:00:58 - Caratteristiche della Formaldeide 0:03:52 - Conclusioni ____________ Per richieste preventivi, scrivere a: a.rizzo@a2c.it ___________ ☆ Sito A2C: https://a2c.it ☆ Facebook: https://www.facebook.com/AdueC/ ☆ Youtube: https://www.youtube.com/c/A2cIt?sub_confirmation=1 ☆ Linkedin: https://www.linkedin.com/company/a2c---consulenza-tecnica ☆ Telegram: https://t.me/a2c_it ____________ Podcast: ? Anchor: https://anchor.fm/aduec ? Google Podcasts: https://podcasts.google.com/feed/aHR0cHM6Ly9hbmNob3IuZm0vcy8zYjI2OGM5NC9wb2RjYXN0L3Jzcw== ? Apple podcasts: https://podcasts.apple.com/podcast/id1535544581 ? Spotify: https://open.spotify.com/show/0uxSEWYKiB1lKwsE9yPmRK ... https://www.youtube.com/watch?v=dTcz2XkW1TA

No, non è possibile. Premetto che ho lavorato per diversi anni, come controllo qualità e ricerca e sviluppo, sia in fabbriche che producevano alimenti e sia in fabbriche che producevano imballi alimentari. La quasi totalità degli imballi alimentari è realizzata con un doppio film plastico con la stampa grafica e la colla tra i due strati. Cioè film + inchiostro + colla + film. Quindi l'inchiostro è sigillato all'interno e non è possibile che esca. Però, per precisione, accenno velocemente che esiste una remota ipotesi di possibile doppia controstampa. Cioè la bobina stampata, avvolta su se stessa può potenzialmente trasferire una piccolissima quantità di inchiostro sul lato esterno, che successivamente una volta unita al lato interno, per controstampa la trasferisce a quest'ultimo. In sintesi è quello che successe qualche anno fa in un noto scandalo. #shorts 206 ____________ Per richieste preventivi, scrivere a: a.rizzo@a2c.it ____________ ? Per non perdere altri contenuti, ISCRIVITI: https://www.youtube.com/c/A2cIt?sub_confirmation=1 ___________ ☆ Sito A2C: https://a2c.it ☆ Facebook: https://www.facebook.com/AdueC/ ☆ Youtube: https://www.youtube.com/c/A2cIt?sub_confirmation=1 ☆ Linkedin: https://www.linkedin.com/company/a2c---consulenza-tecnica ☆Twitter: https://twitter.com/A2C_it ☆ Telegram: https://t.me/a2c_it ____________ Podcast: ? Anchor: https://anchor.fm/aduec ? Google Podcasts: https://podcasts.google.com/feed/aHR0cHM6Ly9hbmNob3IuZm0vcy8zYjI2OGM5NC9wb2RjYXN0L3Jzcw== ? Apple podcasts: https://podcasts.apple.com/podcast/id1535544581 ? Spotify: https://open.spotify.com/show/0uxSEWYKiB1lKwsE9yPmRK ... https://www.youtube.com/watch?v=C96vnadXRp0