"GRAND PIANO SONATA n. 1 "SLOVACCA" (2011) III mov. - "Il collegio di Banská Štiavnica" Brano imponente, di grande energia e mistero insieme, data la natura del programma. Vuole impressionare con la narrazione di segreti e leggende che aleggiano intorno ad un immaginario antico istituto di Banská Štiavnika, cittadina della Slovacchia sud-occidentale. Più che forgiato nel rispetto di una struttura fondamentale, il brano risulta costruito in sezioni, riconoscibili a seconda del carattere o del tipo di scrittura, ognuna delle quali è identificativa di una certa riflessione intorno al fenomeno del collegio. L’elemento iniziale costituito dai due accordi breve-lunga rappresenta quella minuscola cellula fondamentale sulla quale verrà imbastita la complessa elaborazione motivico-tematica dell’intero brano. Nella parte iniziale, l’intenzione di creare sorpresa e mistero permette da subito di inquadrare quello che sarà il carattere generale del movimento. Il clima si realizza attraverso cellule motiviche spezzate o periodi brevissimi bruscamente interrotti. Vale la pena analizzare alcuni picchi scenici, come quello de "la Sala dell’Organo": Unità di grande impatto fonico, che tratta la rappresentazione sonora di un grand’organo posto al centro di una sala dalle altissime volte gotiche inframmezzate da seriose e strette vetrate attraverso le quali penetra una luce che fende come una lama le gravi oscurità di quell’ambiente. Gli accordi prorompenti e i bassi profondi, in trattamento figuratamente organologico di "pedali", fanno echeggiare un irruente lancio di suono per i corridoi del collegio, come a sottolineare il grandissimo potenziale mistico che si cela nelle sue mura cariche di storia e di leggende. La sezione si conclude con una foce di accordi che, partendo da regioni estreme della tastiera, si avvicinano accelerando per moto contrario. Per la prima volta c’è una lunghissima zona di stasi nella quale resta nell’aria una nebulosa sonora lasciata dall’eco delle migliaia di canne dell’organo. Da questo momento si entra in un ambiente musicale completamente diverso: una lunghissima condensa sonora si fa spazio da quel vortice multimaterico innescatosi nelle sezioni precedenti, e si versa in un lungo stillicidio di suoni che rende la vacuità di quelle stanze infinite, abbandonate da secoli. E’ una zona buia dove c’è spazio per la riflessione, con il pianto di una musica che marca la caducità dell’uomo e la fine di epoche gloriose. Dal punto di vista acustico tutto questo si traduce in una caligine di suoni elementari, come piccole gocce luminescenti che fendono la proverbiale oscurità di quegli ambienti e che racchiudono un misterioso cerchio di immagini e memorie. Questo passaggio mistico si fa da parte attraverso un graduale accelerando diretto verso una cerniera che si spingerà verso l’incipit d’apertura, questa volta più ritmico, marcato, nervoso, inframmezzato da quartine in ottava ricavate dai materiali “accessori” dell’inciso. L’incipit tematico si arricchisce e si intensifica di elementi dal medesimo portamento ritmico per culminare in un luminoso arpeggio ascendente ed aprire un episodio nuovo, ma dal carattere direttamente derivato dal precedente, come fosse una sorta di evoluzione di quest’ultimo. La sezione conclude con una coda tuonante costruita in accordi a piene mani alternate che partono dal registro grave, come un boato, per poi stridere in quello medio-acuto. A questo punto si ha l’episodio culminante dell’intero movimento: una tempesta “epica”. La sezione di coda è interamente costruita su sistema tonale. La tematica ha temperamento epico, grandioso, imponente, e si intesse sopra un tappeto di sviluppi armonici della linea melodica, come fossero flutti di un mare agitato. Il blocco armonico-melodico, con delle variazioni minime ed una parte di chiusura, viene trasportato di due toni in senso discendente. Molto particolari risultano dei “rulli” di timpani ricavati da scale cromatiche o da piccoli intervalli sciolti che procedono vorticosamente verso il registro grave più estremo del Bösendorfer: un espediente che verrà utilizzato nel sesto movimento, ma anche in altri brani. In questo momento di acme assoluta avviene una sorta di metamorfosi del collegio: l’altura sul-la quale l’edificio si staglia viene invasa da grandi acque scaturite dal nulla che pervadono il territorio, finché il complesso architettonico non si trova in posizione centrale e dominante su un oceano infinito e sul ciglio di una grandissima e spettacolare cascata, come a manifestare idealmente il grande dominio assoluto della conoscenza e della storia dell’uomo sulla natura. ... https://www.youtube.com/watch?v=l0gyKfB9dV8