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27 Oct 2021 09:58:34 UTC
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Le miniere di Monteponi (Iglesias)
La grandiosa miniera metallifera di piombo, argento e zinco ha rappresentato a lungo uno dei più importanti impianti produttivi dell'Italia ed è a tutt'oggi fra i più caratteristici insediamenti minerari della Sardegna. Si è sviluppata per aggregazioni successive, saturando le aree disposte a livelli diversi del pendio, secondo la consueta logica dell'utilizzazione progressiva dei filoni più idonei. Gli impianti più antichi sono i due pozzi principali (Vittorio Emanuele II, 1869, e Quintino Sella, 1874), che nonostante la destinazione industriale mostrano un'architettura di derivazione classica con timpani, paraste e cornici. Gli edifici che hanno via via soffocato questi pozzi sono un'interessante traccia del progresso tecnologico e produttivo della miniera. Nell'insediamento abitativo spicca il palazzo Bellavista, sede della direzione, costruito nel 1865-66 dall'ingegnere Adolfo Pellegrini, direttore della miniera. In posizione preminente e un tempo isolata, ha una pianta a U, con un alto zoccolo per le finestre del piano terra e una serie di paraste, che inquadrano le aperture del piano nobile, con un richiamo evidente a modelli aulici di gusto classico. Sul retro un giardino terrazzato ad emiciclo, abbellito da essenze esotiche come le palme, permette una magnifica vista della vallata sottostante. Il verde avvolge anche le abitazioni per dirigenti e impiegati, isolate più a monte, mentre secondo principi gerarchici ricorrenti in tutte le miniere, verso la strada statale proveniente da Iglesias, a valle sono disposte le case operaie su file parallele a schiera. Ad una quota intermedia, il piazzale d'ingresso fornisce anche il volto pubblico della società mineraria, con il busto di Carlo Baudi di Vesme (1877) e gli edifici di servizio: oltre il vecchio ospedale, la chiesa, l'asilo, la scuola, tutti rispondenti a criteri di semplicità e di razionalità, costruiti tra le due guerre mondiali. Il più singolare è la chiesa, inaugurata nel 1945, semplice e geometrica d'impianto, che in realtà nasce dalla trasformazione della casa del fascio (1936) con la soppressione di alcune parti e l'aggiunta di un campanile e di un timpano geometrico. L'ultimo grande intervento a Monteponi è la foresteria, dove un'intera parete del vasto salone è decorata con un affresco di Aligi Sassu, realizzato nel 1950 e restaurato nel 1997. Il dipinto mostra i lavoratori nudi, a s. della composizione, contrapposti alle gallerie che accolgono i minatori moderni, sovrastate dal paesaggio industriale. A valle, al di là della strada statale, fin dagli anni venti del Novecento si è insediato Monteponi scalo con lo stabilimento per l'acido solforico, in cemento armato e mattoni. A monte, sempre lungo la SS 126, è visibile il suggestivo accumulo di fanghi rossi, oggi vincolato dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali di Cagliari, derivante dalle scorie del trattamento elettrolitico dello zinco, provenienti dalla miniera soprastante. Storia degli studi Gli impianti minerari di Iglesias sono menzionati in diverse opere sull'archeologia industriale in Sardegna. Bibliografia [i]Società di Monteponi. Centenario 1850-1950[/i], Torino, 1950. S. Mezzolani-A. Simoncini, [i]Sardegna da salvare. Paesaggi e architettura delle miniere[/i], Nuoro, Archivio Fotografico Sardo, 1993, pp. 194-212. M.L. Frongia, "Il lavoro in miniera nella pittura sarda del Novecento", in [i]L'uomo e le miniere in Sardegna[/i], a cura di T.K. Kirova, Cagliari, Edizioni della Torre, 1993, pp. 166-167. F. Masala, "Architetture minerarie in Sardegna fra revivals ed eclettismo", in L'uomo e le miniere in Sardegna, a cura di T.K. Kirova, Cagliari, Edizioni della Torre, 1993, pp. 166-167. F. Masala, "Gli insediamenti minerari. Forme, architetture, problemi", in [i]Le città di fondazione in Sardegna[/i], a cura di A. Lino, Cagliari, Cuec, 1998, pp. 43-45. F. Masala, [i]Architettura dall'Unità d'Italia alla fine del '900[/i], collana "Storia dell'arte in Sardegna", Nuoro, Ilisso, 2001, sch. 48. [i]Eclettismo e miniere. Riflessi europei nell'architettura e nella società sarda tra '800 e '900
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Punta-Molentis
Nella costa sud-orientale della Sardegna, spicca una spiaggia stupenda, dal fascino inconfondibile, location per alcuni spot pubblicitari: acqua limpida e sabbia bianca da un lato, una cava di granito dall’altro.Azzurro e turchese del mare, bianco luminoso della spiaggia, punteggiata di rosa sulla battigia, e verde della macchia mediterranea. Sono i colori da cartolina di Punta Molentis, una delle perle di Villasimius (e di tutto il sud Sardegna), che troverai lungo la provinciale panoramica per Castiadas e Costa Rei. Le acque cristalline bagnano la sabbia candida e fine, i cui riflessi illuminano la costa. Il promontorio e la spiaggia fanno parte dell’area marina di Capo Carbonara e devono il nome a su molenti, l’asino: un tempo mezzo di trasporto del materiale estratto dalle cave di granito circostanti. Le rocce granitiche emergono come relitti dove la riva al tramonto si tinge di rosa.
Suddivisa in più calette, Punta Molentis è sormontata da arbusti mediterranei e cactus dai fiori multicolori, che regalano al panorama un aspetto inconsueto e profumano l’aria. Il trionfo della natura è completato da conigli e uccelli acquatici. La spiaggia è ad arco, racchiusa a nord da un piccolo promontorio, a est da un ammasso di rocce caviche. Il mare ha tonalità che variano dal verde smeraldo, al turchese, all’azzurro. Il fondale è basso e sabbioso. Per la sua conformazione, simile a un istmo, è abbastanza riparata dai venti. C’è un punto ristoro e potrai noleggiare attrezzatura balneare e natanti. Alle spalle, su una collina si trovano i resti di un nuraghe, detto appunto di Punta Molentis.
Villasimius offre splendide scenografie da spot e film in tutte le sue spiagge, da ovest di Capo Carbonara (Porto sa Ruxi, Campus, Campolongu, spiaggia del Riso, Cala Caterina) a oriente (stagno di Notteri e Porto Giunco, Simius e Traias), sino Rio Trottu, con viste sull’isola dei Cavoli, e Manunzas, ideale per chi cerca tranquillità, spiagge che fanno da contorno a quella principale di Punta Molentis.La spiaggia di Punta Molentis ha una conformazione ad arco ed è costituita da sabbia bianca finissima, con tenui striature rosa nella battigia. Sul lato sinistro è racchiusa da un piccolo promontorio ove la sabbia si interrompe per lasciar spazio alla scogliera, mentre sul lato destro un ammasso di rocce caviche costituiscono l'altra estremità della spiaggia. Il mare cristallino presenta una bellissima colorazione che varia dal verde smeraldo chiaro, al turchese, all'azzurro. Il fondale è basso ed ha carattare sabbioso, con la presenza di qualche masso in corrispondenza dei due lati della spiaggia. Risulta abbastanza riparata dal vento, anche se per la sua particolare conformazione, che la fa somigliare ad un istmo sabbioso, in certi punti il riparo è scarso o nullo. La zona di Punta Molentis è circondata da una fitta e florida macchia mediterranea.Come arrivare alla Spiaggia di Punta Molentis:
per raggiungere la spiaggia partendo da Villasimius, procedere in direzione Costa Rei, passando dai campi sportivi, prendere la strada comunale di Accus is Prezzus. Al bivio con l'indicazione Mare / Villasimius, bisogna procedere dritti sino a trovare in prossimità della curva, una stradina sterrata sulla sinistra della carreggiata, immettersi e percorrerla tutta sino alla spiaggia Punta Molentis.Curiosità sulla spiaggia:
sul promontorio che sovrasta la spiaggia di Punta Molentis, un tempo sorgeva il Nuraghe di Punta Molentis di cui oggi permangono i resti e da dove si può ammirare uno stupendo panorama.
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