Dall'operazione bellica franco-americana del 2011, che ha portato all'assassinio di Gheddafi, la Libia è sprofondata nel caos. Il Paese è spaccato in due: da un lato il governo di Tripoli senza legittimazione popolare, ma sostenuto dalla Turchia e dai Paesi Nato e dall'altro il governo di Bengasi, che gode della fiducia del parlamento libico democraticamente eletto e dell'appoggio della Russia.
Con Michelangelo Severgnini, autore del film documentario "L'Urlo" e del libro "L'urlo. Schiavi in cambio di petrolio", ripercorriamo la storia recente del Paese e analizziamo i motivi per cui il caos in Libia nuoce agli interessi italiani e giova, invece, a centri di potere occidentali.
Il libro "L'urlo. Schiavi in cambio di petrolio" (ed. L'AntiDiplomatico, 2022) è acquistabile al seguente link:
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https://www.youcanprint.it/lurlo/b/4f59e073-faf2-53a6-98ea-0c43d8554700
Nonostante i proclami apocalittici e un anno tra chiusure totali e certificazioni elettroniche mandatorie per il #lavoro, il #Covid avrebbe mietuto molte meno vittime di quanto previsto dagli esperti nella sua fase iniziale. Lo ha dichiarato lo scorso 9 dicembre la dottoressa Erminia Maria #Ferrari durante la periodica riunione della Commissione Dubbio e Precauzione (#DuPre).
"Il tutto a dispetto di quei colossi del #farmaco che mirano a un controllo della popolazione. Le aspettative di morte sono state inferiori". La memoria va alle prime fasi del #Covid: "Credo che i guastatori come me abbiano evitato che molte morti attese si verificassero. A inizio pandemia a Bergamo si respirava una atmosfera quasi da guerra, di austerità, per strada non incontravo nessuno, solo lepri e volpi. In quella fase c'è stata grande solidarietà, il che ha permesso alle risorse del territorio di rendersi molto utili. I medici che operavano in casa avevano grande successo, mentre negli ospedali sovraffollati si moriva. Riuscivamo a trovare persino le bombole di ossigeno: io sono arrivata a implorare i produttori locali uno a uno per averle per i pazienti che seguivo e che ne necessitavano".
Poi, la stoccata al Servizio sanitario nazionale: "Io credo molto in questo sistema: utilizzandone le risorse ho aiutato molte persone a trovare la strada giusta per la guarigione, guidandole con una terapia corretta e adeguata. Un SSN di questo livello va salvaguardato: sono felice di aver fatto la mia parte, da guastatrice, sul territorio. Poi, in corso d'opera, sono arrivati i vaccini, su cui puntavamo molto. L'autorizzazione in corsa di questi prodotti ha dato dei risultati che, anche se no si vuole dirlo, non sono stati proprio quelli sperati a causa dell'approssimazione usata".