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LBRY Claims • obiettivo-artico

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5 Oct 2021 08:59:20 UTC
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Obiettivo Artico
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L'Esercito russo ha annunciato nuove esercitazioni previste per il prossimo autunno nel Mar Glaciale Artico. Mosca ha aumentato negli ultimi anni la propria presenza militare nella regione, che sta diventando sempre di più un terreno di scontro fra le principali potenze mondiali. Se gli Stati Uniti denunciano la crescente presenza di truppe russe nell'Artico, il Cremlino punta il dito contro il dispiegamento di contingenti della NATO nei paesi vicini, in violazione del patto siglato tra Mosca e l'Alleanza Atlantica oltre 20 anni fa.


Le manovre annunciate dalla Russia prevedono una serie di esercitazioni specifiche per garantire la sicurezza delle rotte commerciali nelle acque del nord. Washington parla di "rivendicazioni marittime illegittime" da parte di Mosca, ma il Cremlino negli ultimi anni ha fatto dell'Artico una questione centrale grazie a programmi che vedono lo sviluppo di basi militari, industrie estrattive e porti ultramoderni.

L’obiettivo è ridare vita a una regione fino a poco tempo fa dimenticata. Durante il periodo dell'Unione Sovietica, infatti, sulla costa artica c'erano una cinquantina di porti attivi. La caduta dell'URSS portò a un progressivo abbandono della zona, un declino a cui adesso Mosca intende porre rimedio ricolonizzando un territorio dimenticato. Oggi i porti attivi sono 25 e negli ultimi anni si è registrato uno spettacolare aumento del tonnellaggio delle merci russe trasportate su queste acque. Non senza sforzo, tenendo conto delle condizioni meteorologiche estreme e di una popolazione locale in declino. Una situazione che potrebbe cambiare radicalmente, dato che lo scioglimento dei ghiacci sta aprendo nuove rotte marittime che negli anni potrebbero trasformare il Mar Glaciale Artico in una sorta di nuovo Mediterraneo ricco di petrolio e gas. Uno scenario che fa gola a tutti i paesi che si affacciano su queste acque e che sta portando all'ennesima escalation militare fra Washington e Mosca.


La partita si allarga però anche a paesi geograficamente più distanti, come la Cina, l'India o il Brasile. Tutte le potenze vogliono la loro parte, e il fatto che l'Artico non abbia ancora confini riconosciuti a livello internazionale non contribuisce di certo alla stabilità di una regione che, secondo gli esperti, potrebbe contenere un quarto delle riserve mondiali di petrolio e circa la metà di quelle di gas.

☀️ A cura di Margherita Furlan
☀️ Con la collaborazione di Fabio Frabetti, Jeff Hoffman, Gianmarco Maotini, Fabio Belli, Gionata Chatillard
☀️ Editing di Genn
...
https://www.youtube.com/watch?v=BeIX-Lv5qUU
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Content Type
Unspecified
video/mp4
Language
Open in LBRY

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